era diventato direttore 10 mesi fa (con disappunto di Calenda)

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Matteo Renzi lascia il Riformista: dopo l’anticipazione del Il Giornale d’Italia, l’ufficio stampa di Italia Viva ha annunciato che «dal primo marzo» l’ex premier Matteo Renzi «lascerà la direzione» del giornale per «dedicarsi a tempo pieno alla campagna elettorale». Secondo Il Giornale d’Italia, il nuovo direttore sarà Alessandro Barbano (condirettore al Corriere dello Sport).  L’ex presidente del Consiglio, e fondatore di Italia Viva, aveva anticipato che il suo incarico sarebbe durato un anno: ma, visto che aveva iniziato a firmare il Riformista dal 3 maggio, avrebbe deciso di anticipare di quasi due mesi l’uscita, forse per motivi politici legati alle prossime Europee. Ha anticipato di volersi candidare con il Centro, un progetto che, parole sue, aspira a «prendere voti sia a Forza Italia che al Pd».

La notizia del nuovo incarico di Renzi, all’epoca – erano i primi giorni di aprile dello scorso anno – aveva parecchio irritato l’ex alleato Carlo Calenda, che ancora sperava di formare con lui il Terzo Polo: aveva parlato di «un fulmine a ciel sereno», di un «rischio di conflitto di interesse». 

«L’informazione è un contropotere rispetto alla politica» si sfogava il leader di Azione. «Come si può essere un contropotere di sé stessi?». Renzi si era difeso ricordando che Veltroni era vice direttore dell’Unità, Sergio Mattarella è stato direttore del Popolo. Ma con lo sfilacciamento del patto di alleanza, ovviamente della questione Calenda non si era più interessato. 

E Renzi ha proseguito con il suo triplo incarico: leader politico, senatore e direttore. Almeno fino al 12 marzo. 

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