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– Non c’è niente di peggio del piagnisteo dell’Ordine dei giornalisti alla conferenza stampa di fine/inizio anno. Sono imbarazzato per la categoria. Perché la famosa “legge bavaglio” tale non è e soprattutto esiste perché i cronisti non sono riusciti a darsi una regolata da soli. Se l’Italia si professa giustizialista e condanna gli indagati sui media senza processo, la colpa è di come i cronisti trattano le notizie che arrivano dai magistrati. Se la categoria non è in grado di fare mea culpa, allora si merita che qualcuno le imponga dei limiti.
– Della conferenza stampa di oggi bisogna dire solo una cosa: caro Odg, tagliare le domande suvvia. Non può durare mille ore. Che palle.
– Stefano Cappellini, persona intelligente, più del sottoscritto, ha perso la brocca. Ma di brutto. Leggendo il commento alla conferenza stampa di Meloni pare che in tre lunghe ore di intervista il premier non ne abbia detta manco una giusta. Neppure una? Pare esagerato, dai. La parte migliore è questa, state a sentire: “Meloni chiede alla sinistra se sia giusto che persone nominate in ruoli super partes si comportino da militanti politici, proprio lei che ha insediato alla seconda carica dello Stato Ignazio La Russa, che rivendica il diritto di partecipare agli eventi di partito (…)”. C’è una piccola differenza tra essere presidente del Senato, carica politica votata dal Parlamento, e l’essere un magistrato – vedi il caso Degni – il quale, anziché garantire terzietà nel suo lavoro, “invita” il Pd a far sputare sangue al governo. Non comprenderlo vuol dire avere gli occhi foderati di prosciutto, oppure essere in malafede. Tertium non datur.
– Sapete perché questo nostro Paese deve andare in malora? Perché amiamo a tal punto la burocrazia da esserne diventati schiavi. Anche quando rasenta il ridicolo. Ecco la storia: un tizio è avvocato e iscritto al relativo ordine (inutile, come tutti gli ordini), ma nel tempo libero gli piace studiare e decide di iscriversi a odontoiatria. Per proseguire gli studi ed essere ammesso a “corsi universitari di formazione post laurea”, è costretto a iscriversi all’ordine dei dentisti (pure questo inutile, come tutti gli ordini). E lui lo fa, da bravo scolaretto. Piccolo problema: in Italia non puoi essere iscritto contemporaneamente a due ordini professionali (perché? perché? perché?), quindi quello degli avvocati lo cancella d’imperio. Lui fa ricordo ma perde: per la Cassazione, i due status sono “incompatibili” e non importa se sei iscritto a quello dei dentisti per puro svago accademico. Robe da pazzi. Mi chiedo di cosa abbiano paura: che si metta a tappare carie nel mezzo di un dibattimento?
– Speravo che il giovane ferito al Capodanno armato decidesse di non cavalcare la vicenda. Ma mi sbagliavo.
– La parte migliore della conferenza stampa di Meloni? Quando dice “Aho, sto a morì…” e si alza per andare in bagno e se ne va. Per il resto, noia mortale.
– Da segnalare però alcune cose. Primo: la decisione di silurare, di fatto, Emanuele Pozzolo pur senza condannarlo prima del processo. Ha ragione Meloni: il problema, politicamente, non è chi abbia sparato o meno. Ma il fatto che irresponsabilmente l’abbia mostrata a chicchessia. Certi errori si pagano, soprattutto in politica.
– Commovente invece il video in cui Meloni parla della maternità. Vorrei farvelo riascoltare.“Io sono presidente del Consiglio, sono una tra le donne più affermate in Italia, ma se lei mi chiedesse cosa scegliere tra Palazzo Chigi e mia figlia io non avrei dubbi. La maternità ti regala qualcosa che nient’altro può regalarti”. E ancora: “Non condivido il concetto che un traguardo debba toglierti l’opportunità dell’altro. Von der Leyen ha sette figli e Roberta Metsola ne ha quattro. Si può fare. Nient’altro di quello che fai nella vita ti regala le emozioni della maternità, ma questo non deve precluderti altri obiettivi nella vita”. Perfetto.
– Altra stoccata, mica da niente, rivolta a Chiara Ferragni. O meglio: alla sinistra che, dopo le parole di Meloni ad Atreju, sembrava quasi pronta a scendere in piazza a difesa della influencer. Dice il premier che era “un concetto che la sinistra dovrebbe condividere, ovvero che ha più valore chi produce un pandoro di chi lo griffa”. Un’affermazione “di una banalità totale“, che “dovrebbe aver a che fare col mondo operaio”, ma “loro se la sono presi come se avessi attaccato Che Guevara”. “Il mondo cambia…”. Colpiti e affondati.
– Nel resto delle risposte c’è molto di politico, ve ne sintetizzo un paio di questioni tanto il resto lo avrete letto altrove. Innanzitutto il caso del figlio di Denis Verdini: Meloni difende a spada tratta Matteo Salvini e ci mancherebbe. Al momento siamo solo alle indagini, il nome del premier non esce manco per sbaglio e a leggere le carte c’è molto fumo e poco arrosto.
– Secondo appunto, il premierato: Meloni ricorda che l’obiettivo non è affatto quello di togliere poteri al Capo dello Stato, ma di permettere agli elettori di scegliere chi li governa e a questo di comandare per cinque anni. Mi pare un ragionamento sacrosanto, ma qualora gli italiani la pensassero al contrario, possono sempre bocciare la riforma al referendum. In ogni caso, non sarà (e Meloni non vuole che sia) un voto sull’attuale premier. Ma per il futuro. Quindi: Giorgia non farà la fine di Renzi.
– A molti forse è sfuggito, ma Meloni durante la conferenza stampa ha pure trovato il tempo per prendere per i fondelli Conte e il M5S. Alla domanda su quali saranno i tre obiettivi per i prossimi mesi, Giorgia risponde: “Abolizione della povertà, pace nel mondo e ristrutturazione gratuita di interni ed esterni della abitazioni”. Ho riso troppo.
– Molto diretta anche la risposta all’accusa di familismo in Fdi: “Nella attuale legislatura – dice Meloni – ci sono due coppie di coniugi e sono entrambe a sinistra, una nel Pd e nell’altra di Sinistra Italiana. E non ho mai sentito accuse di favoritismi”.
– Molto interessante anche la risposta su Elon Musk ad Atreju, lui che ha avuto un figlio nato da utero in affitto. In sintesi: ho invitato Elon perché “ha qualcosa da dire”, come invito chiunque alla festa di Fdi. Ma questo “non cambia la mia posizione sulla maternità surrogata. E sul fatto che i bambini non sono merce da comprare. Non penso che pagare una donna povera per mettere al mondo un figlio che poi vende sia un progresso”. Più chiari di così, si muore.
– Meloni pronta a un confronto tv con Schlein. Elly ne aveva parlato qualche settimana fa ma secondo me ora se ne pente. E si trova nei guai. Perché? L’ho spiegato più volte: non è pronta, non ha la “cazzima” giusta né la capacità dialettica per poter reggere un confronto con il premier. Fossi nei suoi consiglieri politici, le suggerirei di trovare una scusa. Come successo per Atreju.
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