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Riparte il terrore globale legato al coronavirus, con l’aggiunta di altri patogeni e scelta. La fonte della paura virale proviene direttamente dalla sempre più screditata Organizzazione mondiale della sanità. Artefice di questo ennesimo colpo di genio – credetemi, assolutamente disinteressato, parola di Pinocchio – è la statunitense Maria van Kerkhove, la quale ricopre il ruolo di responsabile tecnico per la risposta alla pandemia di Covid-19.
Questi alcuni passaggi del suo intervento, che rappresenta un condensato impressionante e inverosimile del terrore virale, ad uso e consumo soprattutto di fobici a paranoici: “Sono preoccupata. Stiamo entrando nel quinto anno di pandemia Covid, sicuramente siamo in una fase diversa, «caratterizzata da un virus in evoluzione, con i sottolignaggi XBB e BA.2 che circolano e JN.1 che diventa dominante, caratterizzata da un impatto ridotto rispetto al picco di Covid di qualche anno fa, ma che è ancora una minaccia per la salute globale. È ancora una pandemia che causa troppe (re)infezioni, ricoveri, morti e casi di Long Covid, quando esistono strumenti per prevenirli”
Dopodiché la scienziata in corsa per ricevere il Tapiro di platino, sciorina il suo formidabile campionario a base di anatemi altrettanto virali: “Sono preoccupata che troppi pensino che Covid non sia qualcosa di cui preoccuparsi, che abbiano bisogno di una nuova variante con una lettera greca per prendere sul serio questo virus. Quando dovremo assegnare una lettera greca, non esiteremo – prosegue Van Kerkhove – . Ma intanto – insiste – preoccupa che vogliamo così tanto andare avanti che i governi, molti dei quali hanno una nuova leadership e sono andati avanti, dimenticheranno gli ospedali stracolmi, le tende nei parcheggi per i malati, i camion refrigerati che fungevano da obitori, i cimiteri, gli operatori sanitari esausti.
Non possiamo dimenticare – ammonisce la sacerdotessa del terrore – chi è morto da solo e le persone che muoiono ora, migliaia ogni settimana, i ricoverati, le persone con Long Covid che lottano ogni giorno. Questi ricordi, ancora freschi, devono alimentare e finanziare migliori sistemi sanitari, equità, preparazione alla pandemia per le minacce attuali e future. Il tutto inserito nel contesto di altre sfide (guerra, sfollamento, cambiamento climatico). Dobbiamo fare meglio ed è difficile (in effetti produrre più danni di quelli causati nel recente passato da questo tipo di comunicazione è quasi impossibile).
Infine, emulando in pieno le nostre virostar nazionali, la Kerkhove ribadisce il classico armamentario, in buona parte di natura magica, per frenare una ecatombe che continua a mettere a rischio la sopravvivenza del genere umano: “Ciò che conta per le persone è che il Covid circola in tutti i Paesi e ci si può proteggere da infezioni e malattie gravi. Usare le mascherine, ventilare gli ambienti, fare i test, trattare la malattia, vaccinarsi, facendo il booster ogni 6-12 mesi a seconda del gruppo a rischio a cui si appartiene.” Dopodiché pasta e fagioli a cena, mi verrebbe da aggiungere.
Ora, è interessante leggere ciò che sosteneva la stessa scienziata americana oltre due anni fa, ai primi di dicembre del 2021, quando era già chiaro da un pezzo che si trattava di una pandemia che colpiva essenzialmente la componente più fragile della società umana: “Sono fiduciosa che usciremo da questa pandemia, perché ne usciremo. Resisteremo e usciremo dalla pandemia. Dobbiamo impegnarci molto per garantirci di essere più pronti nel futuro, perché ci saranno altre pandemie. Ognuno di noi, ognuno di voi, ognuno nel proprio ruolo e ovunque si trovi, deve impegnarsi, per essere tutti pronti per poter affrontare meglio la prossima pandemia.”
Ebbene, illustre signora Maria van Kerkhove, la prossima volta che utilizza la macchina del tempo, si accerti di aver prima inserito a dovere il cervello. Poiché il suo discorso attuale, pronunciato nel quinto anno di una pandemia infinita, sembra uscito dalla bocca di chi – sempre assolutamente disinteressato, parola di Pinocchio – spargeva terrore a piene mani e a “fin di bene” nei primi mesi del 2020.
Claudio Romiti, 5 gennaio 2023
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