Dieta Chetogenica: quali e quanti salumi si possono mangiare?

admin
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Pratici e saporiti, i salumi magri sono spesso associati alla dieta chetogenica. Ma è davvero una scelta salutare?

Dopo un allenamento, con la fame che monta, l’idea di aprire una vaschetta di bresaola o di petto di tacchino appare incredibilmente allettante. I salumi magri, almeno sulla carta, sembrano infatti lo spuntino proteico ideale, soprattutto quando si persegue l’obiettivo di dimagrire con una dieta chetogenica. Questa scelta però non è sana come sembra, e le criticità a monte non hanno nulla a che vedere con i carboidrati.

dieta chetogenica e proteine

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Una dieta chetogenica è un regime alimentare caratterizzato da un’alta percentuale di proteine e grassi, a fronte di basse quantità di carboidrati. Questa composizione nutrizionale induce il corpo a entrare in uno stato metabolico chiamato chetosi, in cui il fegato produce chetoni come fonte principale di energia al posto del glucosio derivato dai carboidrati. La chetosi è associata a una maggiore ossidazione dei grassi e può portare a una perdita di peso e ad altri benefici immediati. Tuttavia, è importante seguire questa dieta con attenzione, per brevi periodi e sotto supervisione medica, poiché può comportare – soprattutto sul medio e lungo termine – rischi per la salute.

quali salumi mangiare in cheto?

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La risposta breve è: tutti i salumi, di carne suina o bovina o perfino equina o ovina. Prosciutto, salame, bresaola, carne salada, sfilacci: tutti sono ricchi di proteine e, in quantità variabili, grassi; dunque si prestano alla dieta chetogenica. Il problema è un altro e riguarda tutti, non solo chi persegue un regime iperproteico.

il problema dei salumi

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Sebbene in linea puramente teorica i salumi possano costituire una fonte di proteine e grassi adatta alla dieta chetogenica, è importante consumarli con moderazione e scegliere opzioni con meno additivi e grassi saturi. In primo luogo, molti salumi contengono conservanti come nitriti e nitrati, sostanze che, se consumate in grandi quantità, possono avere effetti negativi sul benessere. L’altra questione è la quantità abnorme di sale presente nei salumi; spesso basta una porzione di affettati per superare drasticamente la quantità giornaliera raccomandata di 5 grammi. L’eccessivo consumo di sale può contribuire a problemi di ipertensione e a altri disturbi. Inoltre, le carni rosse, specialmente quelle processate e iperprocessate, sono associate a un aumento del rischio di sviluppare tumori. E no, non è vero che il salame del contadino è più sano: è il tipo di alimento e la sua lavorazione che lo rendono insalubre, non la provenienza. Infine, alcuni tipi di affettati sono ricchi di grassi saturi che possono avere implicazioni negative sulla salute cardiovascolare se consumati in eccesso. Una dieta chetogenica che non tenga conto di queste raccomandazioni rischia di far decollare il livello di colesterolo LDL, ed ecco perché è importante mantenere sempre un equilibrio nella selezione degli alimenti. Indulgere in una fetta di prosciutto ogni tanto, in soggetti sani e in una dieta variegata, può anche andare, ma non deve diventare un rito quotidiano.

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