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L’incidenza di casi Covid diagnosticati e segnalati in Italia nel periodo 9-15 novembre «è pari a 58 casi per 100.000 abitanti, in aumento rispetto alla settimana precedente», quando era a quota 46 su 100.000. È quanto emerge dal monitoraggio della Cabina di regia ministero della Salute-Istituto superiore di sanità (Iss). L’indice di trasmissibilità Rt basato sui casi con ricovero ospedaliero (calcolato al 7 novembre) è «pari a 0,93 (range 0,89-0,98), in leggero aumento rispetto alla settimana precedente», quando era a 0,83. Il tasso di positività sale al 15,3%. Ecco cosa sta succedendo dunque nel mese di novembre.
Covid in Italia, la situazione
La percentuale di reinfezioni Covid è circa il 40% nell’ultima settimana monitorata, stabile rispetto alla settimana precedente: i contagi dunque salgono. L’incidenza settimanale di casi Covid nel periodo 9-15 novembre risulta infatti «in aumento in quasi tutte le regioni/province autonome rispetto alla settimana precedente. L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Veneto (130 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (1 caso per 100.000 abitanti)». La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale è la fascia dai 90 anni in su. Ma i casi sono in aumento in tutte le fasce d’età Età mediana alla diagnosi: 58 anni, stabile rispetto alle settimane precedenti.
I NUMERI
I nuovi casi di Covid sono in crescita in Italia (+26%) per un totale di 34.314 nuove infezioni. Sale lievemente l’occupazione dei posti letto negli ospedali, così come l’indice Rt che raggiunge lo 0,93 a 0,89, restando ancora sotto la soglia epidemica di 1. L’incidenza sale poi a 58 casi per 100 mila abitanti dai 46 della scorsa settimana. È quanto si legge nel monitoraggio settimanale del Covid in Italia. L’occupazione dei posti letto in area medica resta limitata ma in aumento, pari al 6,7% (4.167 ricoverati) in crescita rispetto alla settimana precedente (5,9%). L’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 1,4% (122 ricoverati) vede un lieve aumento rispetto alla settimana precedente quando era 1,2%.
I RICOVERI
Cresce il numero di pazienti Covid ricoverati negli ospedali d’Italia. Al 15 novembre l’occupazione dei posti letto in area medica «resta limitata, ma in aumento, pari al 6,7% (4.167 ricoverati)», rispetto alla settimana precedente quanto la quota era del 5,9% (dato all’8 novembre). «In leggero aumento anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 1,4% (122 ricoverati) rispetto alla settimana precedente (1,2%)». I tassi di ospedalizzazione e mortalità aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età over 90.
LA VARIANTE ERIS
La variante Eris è in questo momento la “versione” del Covid predominante in Italia. Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, spiega all’Adnkronos Salute che EG.5 «porta una febbre alta, per due o tre giorni, che veramente assomiglia molto all’influenza con qualche dolore in più in alcuni soggetti. E quindi come tale va trattata». Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e tropicali (Simit) e professore di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma, dichiara: «Oggi circa il 50% dei contagi in Italia è dovuto a Eris, ma c’è una grande variabilità che dipende dal singolo paziente: può infatti decorrere paucisintomatica nei sani ma anche dare un sintomatologia accentuata con febbre alta, c’è chi torna a perdere l’olfatto e il gusto cosa che non vedevamo con le varianti precedenti. E in alcuni casi può impegnare le vie respiratorie». «Diciamo che questi soggetti si possono curare a casa con paracetamolo o ketoprofene – illustra – Ma se il soggetto è fragile o anziano deve prendere entro 5 giorni gli antivirali, Paxlovid e Remdesivir, che funzionano anche contro Eris. Ricordo che questa malattia nel giro di poche ore può cambiare connotati e magari si deve correre in ospedale. Ad ottobre abbiamo avuto 800 morti e sarebbe interessante sapere quanti erano vaccinati e quanti hanno fatto le terapie».
Vaccino Covid, devo farlo? Posso fare anche quello per l’influenza? Domande e risposte
Bassetti aggiunge: «Usiamo i farmaci sintomatici: il paracetamolo, l’ibuprofene, il ketoprofene e l’aspirina». «È una malattia diversa rispetto al 2020-2021, allora c’era bisogno di un certo tipo di cura. Oggi è un altro mondo e anche le terapie sono diverse – prosegue Bassetti – quando vedo prescrivere per Eris l’antibitiotico, l’azitromicina, il cortisone, penso che siamo di fronte a una profonda ignoranza da parte di chi usa questo tipo di terapie». «”Sparare” così nel 2023 come si “sparava” nel 2020 è un errore clamoroso, quindi – conclude Bassetti – la raccomandazione da dare alle persone è che questa malattia è certamente un’infezione respiratoria molto simile all’influenza o al raffreddore e come tale va gestita, salvo nelle persone più anziane e nelle persone più fragili dove si usano gli antivirali».
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