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L’ombra nera del Covid, la coda lunga del virus che ha messo in ginocchio l’umanità per più di due anni, è ancora visibile e stenta a placarsi, nonostante abbia ridimensionato – grazie alla scienza, ai vaccini e alla prevenzione – la sua portata pandemica. Forse, mai lo farà, con continue e nuove varianti (come la polmonite cinese di cui si è parlato nelle ultime settimane), sintomi diversi e focolai che spuntano qua e là, dalla Cina all’America passando per l’Europa. In Italia intanto crescono i ricoveri per Covid. L’occupazione dei posti letto in area medica è pari al 11,9% (7.426 ricoverati), in aumento rispetto alla settimana precedente (10,7%). A salire è anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,7% (240 ricoverati) rispetto al 2,5% della settimana precedente. E’ quanto emerge dal monitoraggio settimanale della Cabina di regia ministero della Salute-Istituto superiore di sanità. I tassi di ospedalizzazione e mortalità aumentano con l’età, con i valori più alti fra gli over 90. Anche il tasso di ricovero in terapia intensiva cresce con l’età.
Variante Pirola JN.1. Il virologo Pregliasco: “Buca i vaccini”
Ma, a fare paura, è una nuova e temibile variante, che fa capo alla ‘famiglia Pirola‘. Si tratta della JN.1, sottovariante di Sars-CoV-2, che ha attirato l’attenzione degli esperti e delle autorità internazionali per la sua trasmissibilità e la possibile fuga immunitaria. In base ai dati di sequenziamento disponibili nella piattaforma nazionale I-Co-Gen – si legge nel monitoraggio settimanale della Cabina di regia ministero della Salute-Istituto superiore di sanità – nelle ultime settimane di campionamento consolidate (dati al 4 dicembre) si osserva una predominanza di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB. Tra questi, la variante d’interesse EG.5 o Eris, con diversi sotto-lignaggi, si conferma maggioritaria. In crescita la proporzione di sequenziamenti attribuibili alla variante d’interesse BA.2.86 (Pirola), e in particolare al suo sotto-lignaggio JN.1.
“La variante JN.1 buca i vaccini, l’Italia va verso un picco di casi covid tra Natale e Capodanno”. Questo il quadro che Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, delinea nell’attuale quadro di contagi. “È tornato il Covid, ricominciamo ad avere molti casi in ospedale, soprattutto persone che non hanno fatto i richiami o non si sono vaccinate. Anche perché la variante JN.1 è molto aggressiva, riesce a schivare i vaccini”, ha affermato Pregliasco a ‘Un Giorno da Pecora’ su Rai Radio 1.
E a tutti dice: “Facciamo il tampone se pensiamo di avere una qualche sintomatologia“. Non solo: “Nei pranzi e nei cenoni che faremo durante le Feste sarebbe meglio non abbracciare il nonno, specie se come dicevo si ha una sintomatologia dubbia. Insomma, se ci sono persone fragili evitiamo di abbracciarci”, aggiunge. Quanto alla mascherina, a chi è in partenza l’esperto la consiglia: “Sì, sui voli aerei e sui treni sarebbe meglio indossarla”. Ma perché la variante JN.1 merita particolare attenzione? “Fa parte della ‘famiglia’ della variante Pirola, che produce sintomi noti da tempo: febbre a 38 che dura qualche giorno, mal di testa costante e un raffreddore spesso accompagnato da tosse e mal di gola”.
Gli esperti suggeriscono di proseguire con l’attuale ‘ricetta’ del vaccino aggiornata a Kraken (XBB.1.5), ritenendola efficace contro le varianti circolanti, evidenziando comunque che “Sars-CoV-2 continua a circolare e a evolvere”, e incoraggiando “fortemente” a proseguire con la sorveglianza virale e il monitoraggio della risposta ai vaccini.
Cala l’incidenza, giù anche l’Rt
Nonostante ciò, qualche dato positivo c’è. L’incidenza di Covid nel periodo 7-13 dicembre è infatti pari a 94 casi per 100mila abitanti, in calo rispetto alla settimana precedente (101 casi su 100mila). L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati – rileva il monitoraggio – presenta variazioni in quasi tutte le regioni/province autonome rispetto alla settimana precedente. L’incidenza più elevata è stata riportata nel Lazio (148 casi per 100mila abitanti), la più bassa in Sicilia (2 su 100mila).
L’incidenza settimanale è sostanzialmente stabile in tutte le fasce d’età, con la fascia over 90 che fa registrare il tasso di incidenza più alto. L’età mediana alla diagnosi è di 59 anni, stabile rispetto alle settimane precedenti. La percentuale di reinfezioni è circa il 45%, stabile rispetto alla settimana precedente. Scende anche l’Rt ospedaliero. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero – si legge nel report – al 5 dicembre è pari a 0,80 (0,77-0,83), sotto la soglia epidemica e in diminuzione rispetto alla settimana precedente quanto era a 0,98 (0,95-1,02).
Il punto sui vaccini
Sono 1.459.547 i vaccini anti-Covid aggiornati a XBB.1.5 somministrati in Italia dall’inizio della campagna autunno-inverno a ieri, 14 dicembre. E’ l’ultimo dato riportato nella dashboard ufficiale che viene aggiornata sul portale del ministero della Salute. Negli ultimi 7 giorni considerati, dall’8 al 14 dicembre, le iniezioni sono state 171.338, in calo rispetto alla settimana precedente, quando erano state 203.093.
Lombardia, Emilia Romagna e Toscana continuano ad essere le regioni in cui si concentra la maggior parte delle dosi somministrate nell’ambito della campagna, quasi il 58%. Insieme, totalizzano 841.970 richiami eseguiti. Il dato più alto resta quello lombardo, 418.950, seguito dai numeri di Emilia Romagna (212.426) e Toscana (210.594). Alle spalle di queste regioni ci sono poi Veneto (108.543), Piemonte (106.889), Lazio (102.302), Puglia (65.546), Friuli Venezia Giulia (43.694), Liguria (42.017), Campania (23.973), Umbria (22.367), Marche (20.370), Sardegna (20.245), Trento (19.193), Bolzano (18.196), Sicilia (7.093), Calabria (6.851), Valle d’Aosta (5.406), Molise (3.135), Basilicata (1.757) e Abruzzo (per il quale non c’è dato).
La fascia d’età in cui sono stati somministrati più vaccini è quella degli over 80 (470.896 immunizzati), seguita dai 70-79enni (465.408) e dai 60-69enni (311.687). In coda la fascia 12-59 anni, con 211.380 vaccinazioni.
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