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“In questo momento vivo dello stipendio di parlamentare, sapendo che prima o poi tornerò a fare il professore e l’avvocato”, precisa Giuseppe Conte il parlamentare più povero che ha nella dichiarazione appena consegnata alla Camera, ha annotato un reddito di soli 24mila euro e solo 1.800 di tasse.
Spiega il leader del M5S: “A una parte di quello stipendio da parlamentare, come gli altri eletti del M5S, rinuncio. E ci togliamo belle soddisfazioni, ve lo assicuro”. E elenca il lavoro fatto in questi anni: “Il Movimento ha raccolto e restituito alla collettività oltre 100 milioni di euro. Pochi giorni fa abbiamo destinato 1 milione di euro dei nostri stipendi alle popolazioni dell’Emilia-Romagna colpite dall’alluvione del maggio scorso. Qualche mese fa abbiamo distribuito 1.600 tablet a oltre 200 scuole italiane di tutta la penisola – scrive l’ex premier su Facebook – Suggerisco a Fratelli d’Italia e a Gasparri di provare i brividi che danno queste emozioni”.
Poi si concentra sulla dichiarazione appena depositata alla Camera: “Per buona parte dell’anno 2022 non ho percepito alcun reddito. Perché da inizio 2021, quando mi sono dimesso da presidente del Consiglio, ho svolto attività politica con il Movimento 5 Stelle e dal Movimento non ho chiesto né ricevuto nessuna retribuzione, indennità o gettone di presenza”. Fa sapere di essere “in aspettativa come professore ordinario dell’Università di Firenze e quindi non percepisco lo stipendio – aggiunge – Quanto alla professione di avvocato, per evitare conflitti di interessi fra le mie battaglie politiche e le mie attività di professionista ho preferito astenermi da qualsiasi attività professionale e autosospendermi dall’Albo degli avvocati di Roma. Subito dopo aver terminato la mia esperienza di presidente del Consiglio mi sono stati offerti svariati incarichi professionali, ma li ho rifiutati”.
Prova a smorzare le polemiche, Conte. “Ho fatto voto di povertà? No. Per fortuna la mia lunga carriera di professore e di avvocato mi ha permesso – e mi permette, con i risparmi accumulati – di condurre una vita agiata. Con entrate che sono state anche superiori rispetto a un pur alto stipendio da parlamentare – aggiunge – Mi sento fortunato per questo, anche se dietro questa fortuna si nascondono anni e anni di sacrifici. E la mia condizione economica agiata non mi impedisce di lottare politicamente per chi invece ha uno stipendio da fame o per chi non ha niente. Battaglie che continuerò a fare con determinazione. E su questo se ne facciano tutti una ragione”.
Conte su Facebook dà spiegazione del suo reddito punto per punto. Uno di questi è indirizzato alla maggioranza che lo ha criticato per il suo reddito. “Si dovrebbe parlare del crollo del potere di acquisto e degli stipendi troppo bassi degli italiani. Per i giornali e alcuni esponenti della maggioranza Meloni pare però più interessante la mia dichiarazione dei redditi per l’anno 2022, pari a 24.359,00 euro lordi. Mi colloca in fondo alla classifica reddituale dei parlamentari, e questo ha scatenato discussioni, nonché attacchi ironici da parte di Fratelli d’Italia, che ha una leader che vive di politica da 25 anni”, continua il suo post. Si rivolge allo “sfrontatissimo senatore Gasparri, che vive di incarichi politici da oltre 30 anni e ha omesso di denunciare il suo incarico di presidente-lobbista di una società che opera nel campo della cybersecurity, ha avuto uno scuotimento di bile:
‘Credo che Giuseppe Conte dovrà dare più di una spiegazione sui suoi redditi … faremo luce davanti agli italiani … La questione non finisce qui. Inizia proprio ora’. Caro Gasparri, non ti dare pena. Non serve Sherlock Holmes per spiegare la mia situazione reddituale. Lo faccio io, anche se capisco il senso di smarrimento di certi politici, abituati a vivere da sempre di politica, senza avere imparato altro mestiere”. E aggiunge alla fine: “Ho assolutamente evitato di spendere il patrimonio di conoscenze personali accumulato quando ero premier per ottenere incarichi al soldo di governi stranieri, fondi sovrani o società collegate. Cosa, questa, che ritengo assolutamente inaccettabile e profondamente immorale, in particolare per chi ha ricevuto un mandato parlamentare ed è retribuito coi soldi dei cittadini italiani. Ho preferito declinare anche le varie offerte di agenzie internazionali che propongono cicli di conferenze ben retribuite in giro per il mondo, cosa, quest’ultima, che invece ritengo accettabile, se però accompagnata da precisi paletti che prevengano conflitti di interesse con il mandato parlamentare”.
Nella questione redditi ci si infila anche Matteo Renzi, il senatore più ricco. “In queste ore alcuni media si occupano con tono scandalizzato dei redditi dei parlamentari. Lasciatemelo dire a voce alta, cari amici: sono fiero di aver contribuito con più di un milione di euro alla vita della comunità – scrive sui social il senatore e leader di Iv – E non mi vergogno di pagare in un giorno il triplo di quello che Giuseppe Conte ha pagato in un anno. Perché chi paga le tasse non si vergogna mai. Si imbarazzino i furbetti, non i cittadini onesti. Personalmente preferisco ammirare anziché invidiare, preferisco sorridere anziché recriminare, preferisco vivere anziché insultare. Buona giornata a tutti!”. Gli risponde l’alleatro Carlo Calenda: “Caro Matteo Renzi anche basta! Ci dobbiamo vergognare perché non prendiamo soldi da autocrati, imprenditori, lobbisti etc, mentre veniamo lautamente pagati dai cittadini italiani per svolgere una funzione pubblica? Questo è il messaggio? Perché ci fai la grazia di pagare le tasse? Il mondo all’incontrario altro che liberalismo. Goditi i tuoi soldi serenamente ma non farci la morale. Grazie”, scrive sui social il leader di Azione.
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