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Giuseppe Conte, a una settimana esatta dal voto per le Regionali, è andato in Sardegna per sostenere la candidata del centrosinistra Alessandra Todde, una sua fedelissima. Già sottosegretario allo Sviluppo economico nel governo giallorosso, la Todde viene promossa viceministro sempre nello stesso dicastero nel governo Draghi, sempre per volontà di Conte. Il leader del M5S dimostra di avere una vera e propria predilezione per l’imprenditrice sarda tanto da candidarla come capolista nei collegi plurinominali Lombardia 2 – 01 e Sardegna – 01 alle elezioni Politiche del 2022.
Una doppia candidatura che assicura l’elezione a deputata della Todde nel collegio lombardo. Non ci sarebbe nulla di strano se stessimo parlando di un partito qualsiasi, ma il discorso cambia trattandosi del M5S. Le regole del M5S, infatti, almeno fino all’arrivo di Giuseppe Conte, erano ferree: per potersi candidare era necessario “risiedere nel collegio plurinominale per il quale intende proporre la candidatura” ed era impossibile dimettersi anzitempo. Al comma n dell’articolo 2 del regolamento interno al M5S per le Politiche del 2018 si precisa che il candidato: “Non dovrà essersi dimesso o aver rinunciato ad una carica elettiva, fatti salvi i casi di scioglimento o commissariamento anticipato dell’organo e/o comprovate ragioni di salute e non dovrà aver cambiato gruppo consiliare e/o parlamentare”.
Una regola basata sul principio che gli impegni si mantengono fino a fine mandato e che i ruoli che vengono ricoperti non possono essere usati come trampolino di lancio per fare carriera in politica. In pratica, la Todde, in base a queste norme, non avrebbe potuto essere eletta in Lombardia e non avrebbe potuto candidarsi alla presidenza della Regione Sardegna.
Conte, però, in occasione delle Politiche del 2022 ha preventivamente stravolto le regole proprio per avere la possibilità di piazzare i suoi fedelissimi dove e come vuole, in barba a due delle regole fondanti del M5S, importanti tanto quanto il limite del doppio mandato. Limite che Conte ha mantenuto per poter lasciar fuori tutti i dimaiani dalle liste delle ultime Politiche. La regola che determinava un collegamento diretto tra il candidato e il suo collegio di riferimento è, dunque, stata cambiata.
“La proposta di autocandidatura si intende relativa alla Circoscrizione/Collegio presso cui ricade il Comune di residenza del proponente; il proponente potrà indicare una proposta di autocandidatura per una Circoscrizione/Collegio differente qualora in essa vi abbia domicilio personale o professionale e/o centro principale dei propri interessi”, si legge nel nuovo regolamento stilato da Conte, probabilmente proprio per favorire l’elezione dei suoi fedelissimi, visto e considerato che i sondaggi attribuivano il 15% dei consensi al M5s, ossia meno della metà di quelli ottenuti nel 2018. Ed è proprio grazie alla modifica di questa regola che la Todde, nativa di Nuoro, risulta eletta alla Camera in un collegio della Lombardia.
E qui arriviamo all’assurdo: la candidata del centrosinistra alla Regione Sardegna, qualora Todde decidesse di lasciare Roma per approdare nel Consiglio regionale sardo, consegnerebbe il suo seggio di Montecitorio a un pentastellato lombardo. La regola che avrebbe impedito alla Todde di dimettersi anticipatamente da deputata per ricoprire un altro ruolo, invece, non compare proprio nell’ultimo regolamento pentastellato.
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