Cervicale, come combatterla a tavola e con l’osteopatia: i consigli

admin
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Sono in tanti a soffrire di dolori al tratto superiore della colonna vertebrale: oltre a trattamenti manuali, per ridurli sono utili accorgimenti alimentari

Il dolore alla cervicale, noto semplicemente come “cervicale”, ma che scientificamente andrebbe chiamato “cervicalgia”, è molto comune. Oltre a modificare le posture scorrette che lo favoriscono, per attenuarlo è utile sottoporsi a trattamenti osteopatici, ma anche stare attenti a quel che si porta in tavola. Il dottor Antonio Giovinazzo, osteopata, e il dottor Sacha Sorrentino, biologo nutrizionista, spiegano ai lettori di Gazzetta Active come affrontare questo problema.

Dottor Giovinazzo, quali sono le principali cause della cervicalgia?
“Il dolore cervicale è causato soprattutto da posizioni lavorative sbagliate, posture scorrette dovute a una chiusura delle spalle, cattive abitudini, come l’uso di cuscini o materassi inadatti, traumi o problemi mandibolari. Inoltre, sempre più diffuso è il dolore cervicale secondario al reflusso gastroesofageo. Infatti, gli acidi gastrici dello stomaco, risalendo nell’esofago, tendono a infiammare la fascia connettivale cervicale che avvolge la muscolatura del collo. Tale processo può essere favorito da una postura sbagliata, come una chiusura delle spalle dovuta a muscoli pettorali e gran dorsali contratti. Questi tendono a ruotare internamente le spalle, portando non solo a una maggiore tensione sulla muscolatura cervicale posteriore, ma anche a un atteggiamento in chiusura, con maggiore tensione sul diaframma e sul cardias, lo sfintere che separa stomaco ed esofago. Anche lo stress ha un ruolo importante, poiché può far produrre più succhi gastrici. Inoltre, sotto stress, alla respirazione diaframmatica, è preferita la respirazione mediante i muscoli del collo, quali sternocleidomastoidei, scaleni e trapezi, con conseguente sovraccarico di tensione in cervicale”.

Quali sono i trattamenti osteopatici più indicati per chi soffre di cervicalgia?
“Oltre ad analizzare la postura del paziente, per un efficace trattamento osteopatico è necessaria un’approfondita anamnesi dal punto di vista sia viscerale sia strutturale. È importante valutare lo stato di tensione dei muscoli delle spalle, in particolar modo gli intra-ruotatori dell’omero, che possono portare a una chiusura, con conseguente tensione sulla muscolatura cervicale. Va anche valutata la mobilità della colonna vertebrale dorsale e l’elasticità dei muscoli che si inseriscono su di essa. Non bisogna poi trascurare la componente mandibolare, in quanto i muscoli della masticazione hanno una stretta connessione con la cervicale. Anche il diaframma gioca un ruolo importante nel trattamento dei pazienti con dolore cervicale, dal punto di vista sia respiratorio sia viscerale. È fondamentale preservare una muscolatura diaframmatica rilassata ed elastica, così che la persona prediliga una respirazione addominale con il diaframma anziché avvalersi di una respirazione toracica con i muscoli del collo. Infine, una corretta elasticità diaframmatica evita tensioni a livello del cardias, prevenendo così il reflusso gastroesofageo”.

In che modo si può prevenire la cervicalgia?
“La miglior prevenzione per il dolore cervicale consiste nel mantenere una postura corretta dal punto di vista strutturale grazie a trattamenti osteopatici e a una dieta sana ed equilibrata dal punto di vista viscerale, avvalendosi dei consigli di un nutrizionista. Anche un’attività fisica che prevede l’uso degli arti superiori, se eseguita in maniera corretta, aiuta a mantenere spalle mobili e un’adeguata elasticità muscolare, evitando atteggiamenti di chiusura. Per favorire ciò ci si può aiutare con semplici esercizi di stretching per i muscoli pettorali e gran dorsali, oltre che con rotazioni delle spalle per apportare calore ai muscoli, distendendoli ed evitando infiammazioni. Oltre a migliorare l’elasticità muscolare e la mobilità articolare, yoga e pilates favoriscono la respirazione diaframmatica addominale durante l’esecuzione degli esercizi. Ciò comporta una diminuzione della tensione a livello cervicale e a livello gastrico, con conseguente miglioramento del reflusso gastroesofageo”.

Anche la figura del nutrizionista è quindi importante nel trattamento della cervicalgia. Dottor Sorrentino, in che modo questo problema è collegato all’alimentazione?
“Anche se non esiste una relazione diretta tra specifici cibi e la cervicalgia, alcuni aspetti legati all’alimentazione possono migliorare il benessere del sistema muscolo-scheletrico, compresi i muscoli del collo e delle spalle. Per esempio, un problema collegato anche alla dieta è il reflusso gastroesofageo che, come spiegato dal dottor Giovinazzo, può favorire la cervicalgia. Anche un pasto pesante può provocare problemi al tratto cervicale. Infatti, dopo aver mangiato troppo, soprattutto se lo stomaco e l’intestino sono infiammati, la muscolatura dell’addome va ‘in protezione’, chiudendosi, e il dorso si cifotizza ancora di più. Ciò può avere effetti negativi sulla postura con il tratto cervicale, che è la parte più mobile della colonna vertebrale, che può finire sotto pressione. Anche un peso corporeo eccessivo può esercitare una pressione aggiuntiva sul collo e, più in generale, sull’intera colonna vertebrale. Perciò, mantenere il peso forma attraverso una dieta equilibrata e con una regolare attività fisica riduce il carico che deve sostenere il tratto cervicale, prevenendo o attenuando i dolori”.

Qual è lo stile alimentare che dovrebbe seguire chi soffre di cervicalgia?
“Siccome l’infiammazione cronica favorisce anche problemi muscolo-scheletrici, quali la cervicalgia, bisogna privilegiare cibi che la riducono e diminuire il consumo di cibi che la favoriscono. In quest’ultima categoria rientrano quelli molto processati e quelli ricchi di zuccheri aggiunti, di grassi saturi e trans. Al contrario, aiutano a spegnere l’infiammazione alimenti quali frutta (in particolare gli agrumi, mirtilli, more, lamponi e ribes), verdura (soprattutto quella a foglia verde), pesce (specialmente sardine e salmone), noci, semi di lino e tè verde. Inoltre, una buona idratazione preserva l’elasticità dei dischi spinali, contribuendo a prevenire rigidità e dolori al collo. Per evitare un’eccessiva pressione sul tratto cervicale bisognerebbe poi cercare di mantenere il peso forma, mentre chi soffre di reflusso gastroesofageo dovrebbe evitare cibi quali cioccolato, caffè, tè, agrumi, pomodori, menta, carni grasse e fritture”.

Si può quindi prevenire la cervicalgia anche a tavola?
“Sì, anzitutto tenendo una postura corretta quando si mangia. È importante sedersi con la schiena dritta e le spalle rilassate. Durante i pasti andrebbero poi evitati movimenti improvvisi, che possono favorire strappi oppure contratture muscolari. Altro aspetto a cui fare attenzione è la masticazione: infatti, masticare bene e a lungo i bocconi non solo ha effetti positivi sulla digestione, ma contribuisce anche a ridurre le tensioni all’altezza del collo. Perciò, è importante non consumare i pasti frettolosamente. Infine, non bisogna mai dimenticarsi di bere molta acqua”.

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