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Carrefour non rifornirà più di prodotti del gruppo Pepsi gli scaffali degli oltre 1.500 punti vendita in Italia. Nei prossimi giorni la catena della grande distribuzione darà comunicazione della decisione ai clienti. La ragione dell’esclusione è comunque quella già avanzata da Carrefour per l’analoga misura già adottata in Francia: «i rincari inaccettabili» applicati dalla multinazionale americana sui prezzi di Pepsi, Lay’s, Doritos e altri brand. Da parte sua, Pepsico ha spiegato di essere in discussione da mesi con la catena di supermercati francese e di voler continuare il negoziato in buona fede per riportare i suoi prodotti sugli scaffali.
Lo scontro fra gdo e multinazionali
Lo scontro fra Carrefour e Pepsi si sta alzando così alzando di tono. Oltre che in Italia e in Francia, infatti, la catena della grande distribuzione non venderà più i marchi di Pepsico neanche in Spagna e Belgio. La mossa di Carrefour è l’ultimo capitolo dello scontro in atto da mesi fra catene della grande distribuzione e produttori di beni di largo consumo. Le prime accusano i secondi di aver alzato i prezzi in misura superiore all’aumento dei costi, aumentando i propri profitti e lasciando ai supermercati l’onere di non scaricare eccessivi rincari sui consumatori.
I numeri di Carrefour e Pepsi
Nel primo semestre del 2023 il margine di redditività di Carrefour è rimasto stabile a 1,9 miliardi di euro, mentre nel corso dell’anno Pepsico ha alzato per tre volte le previsioni di utile per la fine dell’anno grazie soprattutto al costante aumento dei prezzi. Fra giugno e settembre il gigante americano ha alzato i listini in media dell’11%, accettando un calo dei volumi di vendita del 2,5%. E per il 2024 Pepsico ha preannunciato nuovi rincari «modesti», ma evidentemente non abbastanza contenuti per Carrefour.
Il precedente in Germania
Finché i consumatori sono disposti a comprare, le multinazionali possono aumentare i prezzi. Una parte di questi rincari è spesso assorbita dalla grande distribuzione che accetta minori margini pur di conservare elevati volumi. Dopo un anno e mezzo di elevata inflazione, però, in alcuni Paesi alcune catene di supermercati hanno giudicato di aver raggiunto il limite di sopportazione nei loro bilanci. In Germania due delle principali insegne della gdo, Edeka e Rewe, hanno interrotto per qualche tempo i contratti di fornitura con Mars, Kellogg’s, Pepsico e Coca-Cola sempre a causa di rincari considerati eccessivi. Alcuni sono ripresi, altri invece sono ancora fermi con annesse liti giudiziarie.
La situazione in Italia
In Italia qualche eco della disputa fra grande distribuzione e produttori si era già avvertita ai tempi del trimestre anti-inflazione promosso dal ministero delle Imprese e del Made in Italy fra ottobre e dicembre del 2023. Al momento, però, stando a quanto riferiscono fonti di settore, non risultano iniziative simili a quella attuata da Carrefour da parte di altre grandi catene. Secondo le stime preliminari dell’Istata, a dicembre l’inflazione in Italia è scesa al +0,6% annuo e, seppure ancora in forte crescita, il carrello della spesa è salito meno che a novembre, da +5,4% a +5,3%, così come i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, da +4,6% di novembre a +4,4%.
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