[ad_1]
Il primo allarme era arrivato a ridosso del carnevale in Brasile, con il rischio di un’ulteriore impennata di trasmissione di casi di Dengue. Ma adesso anche in Italia è aumentata la sorveglianza, in particolare su persone e merci in arrivo proprio dal Sudamerica e in particolare dallo stesso Brasile e dall’Argentina, che stanno vivendo un momento critico per la diffusione della malattia trasmessa dalla zanzara Aedes aegypti, ma anche dalla zanzara tigre. L’intervista all’esperto Claudio Venturelli dell’Ausl Emilia-Romagna.
Allarme Dengue in Italia, la mossa del Ministero della Salute
Il direttore generale del Ministero della Salute, Francesco Vaia, ha disposto un incremento della vigilanza alle frontiere su tutto ciò che proviene dai Paesi in cui “è frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia”, riferendosi proprio alla febbre Dengue.
A confermare il quadro dell’emergenza sono i numeri che arrivano dal Sudamerica, con il Brasile che conta oltre mezzo milione di casi (512.353), secondo il Ministero, con un numero totale che è quadruplicato rispetto allo scorso anno (128.842).
I decessi confermati sono stati 75, ma si stima che nel 50% dei casi chi ha la Dengue possa essere asintomatico.
Vaccino in arrivo allo Spallanzani, aerei disinfettati
Intanto, nella terza settimana di febbraio il vaccino sarà disponibile anche all’ospedale Spallanzani di Roma, dopo che gli ultimi test condotti all’estero ne hanno dimostrato l’efficacia.
Nel frattempo è stato innalzato all’aeroporto di Fiumicino il livello di vigilanza nei confronti degli aerei provenienti e delle merci importate soprattutto da Brasile e Argentina.
Tra le misure previste il monitoraggio attento “sulla disinfezione degli aerei” e la valutazione di eventuali ordinanze per interventi straordinari di sorveglianza, sanificazione e disinfestazione.
Tutti provvedimenti disposti da Francesco Vaia e inoltrati agli Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiera.
L’intervista a Claudio Venturelli
Nonostante il rischio di trasmissione non sia diretto da uomo a uomo, la possibilità che una zanzara punga un soggetto con Dengue e successivamente uno sano, trasmettendo il virus responsabile, è molto elevata?
“Esatto. Il problema del Brasile, intanto, è che in questo momento lì fa caldo, essendo nell’emisfero boreale. A gennaio, inoltre, si è registrato un picco di epidemia che preoccupa moltissimo, con un aumento del 48% di casi. Il carnevale, inoltre, richiama molte persone e andando lì il rischio di potersi ammalare di Dengue aumenta. Ma chiariamo che il passaggio della malattia non è diretto: l’uomo fa da serbatoio, se la zanzara lo punge si ammala a sua volta e, nel giro di soli 2 o 3 giorni, può poi trasmettere il virus a un altro uomo pungendolo”.
In che modo?
“A ogni suo pasto, la zanzara può trasmettere la malattia attraverso la saliva che usa per anestetizzare e non far sentire la propria puntura sulla pelle. Il passaggio della malattia avviene così, ma non tramite la saliva da persona a persona, neppure attraverso un bacio o uno starnuto. L’unico rischio di trasmissione umana diretta è con le donazioni di organi, tramite eventualmente le sacche di sangue dei donatori, questa è la maggiore preoccupazione”.
L’Italia registra epidemie autoctone, ossia casi di persone che non si sono mai recate all’estero in luoghi a rischio. Nel 2023 sono stati 82: come si spiegano?
“Sì, la scorsa estate si erano verificati diversi casi in Emilia-Romagna, in particolare a Bologna, e soprattutto in provincia di Lodi oltre che a Piacenza. Era stata una sorpresa che ci ha portato a due considerazioni: la prima è che la zanzara tigre, che in passato era ritenuta poco competente nella trasmissione – mentre quella considerata più deputata a veicolare la malattia è la Aedes aegypti –, nel tempo invece lo è diventata aumentando il rischio. La seconda ipotesi, ma meno plausibile, è che in Italia possa essere arrivata anche tramite un’altra zanzara, che finora non è stata intercettata. Ma sembra meno probabile perché i sistemi di rilevazione sono piuttosto efficaci”.
Ora però l’allarme non arriva in estate: è un rischio che ormai non conosce più la stagionalità?
“In estate in effetti il rischio è maggiore, ma non si può non considerare che ci sono state variazioni climatiche. Per esempio, lo scorso anno le prime segnalazioni risalivano alla tarda primavera, complice la maggior piovosità e umidità. Però va considerato che si registra la diffusione della zanzara Aedes (quella responsabile anche della trasmissione della febbre gialla, ndr) anche a Cipro, a Madeira in Portogallo, in Georgia, insomma sta cominciando a invadere l’Europa”.
Lo Spallanzani sarà il primo istituto a rendere disponibile il vaccino, che secondo il New England Journal sarebbe in grado di proteggere fino all’80% tutti i soggetti. Lo scorso settembre l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il via libera alla possibilità di immunizzazione, per chi non ha avuto una precedente esposizione al virus e senza la necessità di dover eseguire un test pre-vaccinale. Prevede 2 dosi, ma è costosa e a carico del cittadino, insomma non passata dal Servizio sanitario nazionale. A chi si consiglia il vaccino?
“Il vaccino è consigliabile sicuramente a chi deve recarsi nelle zone più a rischio, come appunto il Sudamerica o certe aree asiatiche. Va detto che fino a pochi mesi fa se ne segnalava ancora una scarsa disponibilità, per cui anche chi ne aveva fatto richiesta non sempre aveva potuto vaccinarsi. In ogni caso, esistono soggetti asintomatici, nei quali quindi i sintomi non sono evidenti e neppure i rischi connessi, mentre tra quelli più fragili si segnalano i bambini, coloro che hanno patologie che abbassano il sistema immunitario e gli anziani”.
I sintomi della Dengue sono febbre alta, dolori articolari, muscolari, a volte dentro e intorno agli occhi e in alcuni casi anche emorragie, che devono portare a rivolgersi a un medico. Ma ci sono altre misure per tutelarsi?
“Per chi non deve partire direi che non ci sono particolari criticità nei confronti della Dengue. In generale, però, valgono le regole per la tutela rispetto alle zanzare, come svuotare ed evitare i ristagni di acqua, senza la quale la zanzara non riesce a colonizzare. Occorrerebbero interventi anche nei focolai pubblici, come i pozzetti stradali, dove si possono utilizzare larvicidi efficaci contro le uova e le giovani zanzare. Per quelle adulte, invece, occorre più cautela: le molecole efficaci sono poche e alcune zanzare stanno diventando resistenti, quindi andrebbero utilizzati a dovere, per evitare di ritrovarsi senza armi con cui difendersi”.
[ad_2]
Source link