[ad_1]
Esotico fino agli anni Sessanta e oggi italianissimo, il kiwi è un concentrato di proprietà salutari. Dagli studi emerge che il suo consumo costante potrebbe abbassare la pressione e il colesterolo Ldl, proteggere la vista, aiutare i diabetici, contrastare la dermatite atopica, ridurre il respiro sibilante degli asmatici, specie i bambini. Non è un farmaco e questi sono i risultati di ricerche che parlano di probabilità con un determinato dosaggio, non di certezze. Su alcune caratteristiche però non ci sono dubbi.
Vitamina C
Due kiwi verdi, una porzione (150 grammi), regalano più vitamina C di un’arancia e addirittura doppiano il fabbisogno giornaliero. I gold, dalla polpa gialla, ne sono ancora più ricchi.
L’intestino
La letteratura scientifica mostra che i kiwi possono dare effetti lassativi. Si deve al contenuto di fibre e di acqua (che equivale a ben 127 grammi su 150), ma anche di sorbitolo, uno zucchero che non viene quasi digerito e, una volta nel colon, richiama liquidi per osmosi. Sempre nell’intestino, le pectine del kiwi, fibre prebiotiche, vanno a nutrire in maniera selettiva la parte favorevole del microbiota, il popolo di microrganismi che ospitiamo e che partecipa al nostro benessere.
La pressione
Un kiwi fornisce 215 milligrammi di potassio, più del doppio della quantità contenuta in un piatto di lattuga. Il minerale regola insieme al sodio i livelli di liquidi nel corpo, per questo consumare cibi ricchi di potassio e limitare il sale è un modo per tenere sotto controllo la pressione arteriosa.
Le attività antiossidanti
Il kiwi è tra i pochi frutti freschi a dare una buona quantità di vitamina E, che si concentra nei semini (quindi non andrebbe scartata la parte centrale). Il micronutriente, così come le vitamine C e B9, ha proprietà antiossidanti, che contrastano cioè lo stress ossidativo delle cellule. Come se eliminassero la ruggine, andando contro l’invecchiamento cellulare e proteggendo l’intero organismo.
* La revisione è di Raffaella Cancello, nutrizionista all’Unità operativa di Endocrinologia e Malattie del metabolismo dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano
[ad_2]
Source link