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La protesta dei trattori torna nella capitale e si conclude con un blocco stradale di qualche ora su via Nomentana. Oltre cento i mezzi agricoli fermi nei pressi dello svincolo del Grande raccordo anulare, a poca distanza dal presidio allestito da alcune settimane. Inevitabili le ripercussioni al traffico in zona dove sono confluite diverse pattuglie della polizia locale per la viabilità.
“Vogliamo delle risposte. Il ministro dell’Agricoltura ci riceva” ha detto ‘a caldo’ nel primo pomeriggio Salvatore Fais, uno dei leader degli agricoltori, chiamando in causa il ministro Francesco Lollobrigida.
Un’azione che, però, sembra abbia colto di sorpresa Roberto Rosati, tra i promotori della mobilitazione di oggi. “Il blocco stradale è stata una scelta personale di alcuni e non discussa con gli altri. La gran parte dei mezzi è rimasta bloccata perché la strada è stata chiusa e non era possibile passare per rientrare al presidio”.
Tutto è accaduto al termine di un corteo di 150 trattori, scortato dalle forze dell’ordine, partito stamattina dal punto di raccolta sulla Nomentana in direzione Monterotondo. Al rientro alcuni mezzi si sono fermati a centro strada interrompendo la circolazione. Solo dopo le 19 la strada è stata ‘liberata’.
Video Protesta trattori: agricoltori bloccano via Nomentana, con loro anche Ercolina
Il blocco è scattato mentre a piazza della Repubblica, al centro della capitale, era ancora in corso la seconda manifestazione della giornata. “Siamo più di 500 agricoltori da tutte le regioni” aveva spiegato Rosati aggiungendo: “Ora torneremo al presidio e ci daremo un nome unitario. Chiederemo di essere ricevuti al ministro dell’agricoltura e di avere un rapporto diretto nelle decisioni importanti con un tavolo tecnico permanente. Ci sono dei punti immediati da affrontare a partire dal giusto prezzo dei prodotti”.
Video Protesta trattori, agricoltori liberano via Nomentana. Fais: ‘Ministro ci riceva entro 48 ore’
I manifestanti hanno esposto striscioni “Ci battiamo per salvare l’agricoltura” e “Non siamo schiavi dell’Europa”. A raggiungere il centro di Roma anche due trattori. “I cittadini hanno accolto il nostro appello e al nostro passaggio stamattina sventolavano diversi tricolori” ha aggiunto Rosati che ha poi lanciato un invito al pontefice: “Ringraziando ancora il Santo Padre per l’attenzione di domenica, lo invitiamo al nostro presidio di via Nomentana dove troverà il trattore e la mucca Ercolina che gli abbiamo donato”.
Protesta dei trattori, nuovo pressing sull’incontro con la premier a Cagliari
Incontro bis in prefettura per organizzare domani un incontro tra agricoltori e pastori da una parte e la premier Giorgia Meloni dall’altra, in occasione della visita del capo del governo a Cagliari per chiudere la campagna elettorale del candidato del centrodestra a governatore sardo, Paolo Truzzu. I rappresentanti del presidio di Cagliari hanno chiesto un incontro istituzionale. Nessuna intenzione da parte loro di essere coinvolti nella campagna elettorale in corso. Quindi non intendono salire – nemmeno se invitati – sul palco alla Fiera, sede della chiusura per Truzzu con la partecipazione non solo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ma anche dei ministri e vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani.
In caso di mancato via libera all’incontro, sarebbero in programma manifestazioni di disturbo all’esterno della Fiera. Il portavoce del movimento dei trattori Roberto Congia ha ribadito, all’uscita dell’incontro in Prefettura durato circa due ore, che agricoltori e pastori stanno cercando “con responsabilità” una risposta nelle sede istituzionali alle richieste che arrivano dalle campagne dell’isola. I promotori sardi della protesta hanno confermato la loro intenzione ad andare avanti con la mobilitazione sino a quando non arriveranno risposte e garanzie. Confermata anche la partenza a Bruxelles di un folto gruppo di agricoltori e pastori sardi il prossimo 26 febbraio.
Protesta agricoltori, a Senigallia un corteo di 40 trattori
La protesta dei trattori arriva anche a Senigallia (Ancona). Oltre 40 i mezzi agricoli e quasi un centinaio gli imprenditori e gli addetti del settore che hanno partecipato al lento corteo per le vie della città stamattina. Tutti insieme, senza bandiere di appartenenza a sindacati o partiti: solo il tricolore a sventolare per ribadire la centralità delle politiche agricole sia per il futuro delle imprese, sia per l’indotto nazionale legato al cibo e ai prodotti agricoli di qualità. Al centro delle proteste le normative europee, quella politica agricola comune (Pac) additata dagli agricoltori marchigiani come “totalmente sbagliata, ideologicamente ecologista e troppo rigida” verso le imprese agricole. “Sembrano regole scritte per far spegnere le imprese agricole”, ha detto Elisa Fulgenzi, imprenditrice di Chiaravalle (Ancona) e portavoce degli agricoltori marchigiani scesi in strada a protestare.
Tra i nodi ci sono la previsione annua del 4% di terreni da preservare dalla coltivazione, l’ammontare dei contributi di cui non si conosce l’entità, la tempistica dei vincoli che non consente la programmazione delle coltivazioni con l’anticipo necessario per il mondo agricolo. E poi il rincaro di carburanti e materie prime che hanno pesato anche su questo settore, fino alle agevolazioni con ipotesi di scadenza al 2026. Non mancano i problemi poi legati al margine sempre più ridotto delle imprese, costrette a fare i conti con prodotti di importazione. “Oggi troviamo prodotti a noi concorrenti, di un prezzo molto inferiore e con una qualità inferiore – ha ricordato Fulgenzi – Purtroppo le leggi di mercato virano solo sulla convenienza, senza dare il giusto risalto alla qualità. E’ un problema di concorrenza poco leale, perché ci sono paesi che producono a costi bassissimi, ma anche di sicurezza alimentare perché l’Italia è ottimamente regolamentata mentre altrove no. Non abbiamo certezza di avere qualcosa di pulito e sano nel piatto”.
Migliaia di agricoltori greci protestano nel centro di Atene
“No farmers, no food” denunciano i cartelli esposti dagli agricoltori greci sui trattori parcheggiati in piazza Syntagma, davanti alla sede del parlamento ellenico, dove è attualmente in corso il presidio di protesta degli agricoltori. Una scritta su una grande bara, esposta accanto a un trattore, recita: “Oggi è morto l’allevamento”. Con una grande mobilitazione di migliaia lavoratori provenienti da tutto il Paese, e più di 130 trattori, gli agricoltori greci hanno deciso di denunciare gli alti costi di produzione del proprio settore, sulla scia delle proteste organizzate nelle scorse settimane dai colleghi di tutta Europa.
I manifestanti sono arrivati dalla Grecia settentrionale, dalla Tessaglia – devastata dalle alluvioni lo scorso settembre – ma anche dall’isola di Evia e di Creta a bordo di navi, pullman e pick up. Con un grande strombazzare di clacson e lo sventolio delle bandiere greche hanno marciato nella capitale, costringendo la polizia a deviare il traffico nel centro, dove i trattori rimarranno per un massimo di 24 ore. La mobilitazione degli agricoltori segna il culmine delle proteste organizzate nell’ultimo mese in tutta la Grecia: le richieste dei lavoratori includono la riduzione dei costi del carburante e dell’elettricità e una rinegoziazione della nuova politica agricola comune dell’Ue. “Capisco perfettamente che i nostri agricoltori vogliano organizzare una manifestazione simbolica ad Atene, seguendo l’esempio di quanto accaduto in altre capitali europee”, ha dichiarato il premier greco Kyriakos Mitsotakis ieri alla televisione privata Star.
Video Grecia, agricoltori con 130 trattori raggiungono il centro di Atene
Ma il primo ministro, che nella scorsa settimana aveva incontrato i rappresentanti delle proteste, ha insistito sul fatto che il governo “non ha più nulla da dare” agli agricoltori, perché le risorse non sono illimitate. Per fronteggiare il malcontento, il governo conservatore ha garantito nei giorni scorsi una riduzione delle bollette energetiche degli agricoltori e il taglio dell’Iva sui fertilizzanti e i mangimi dal 13% al 6%. Atene ha inoltre promesso aiuti tra i 5mila e i 10mila euro, quest’anno, per compensare le perdite causate dai disastri ambientali; ma per gli agricoltori scesi oggi nelle strade si tratta di misure insufficienti rispetto alle difficoltà denunciate.
Tensioni con la polizia durante proteste agricoltori in Spagna
Momenti di tensione tra manifestanti e polizia in alcune delle proteste di agricoltori e allevatori andate in scena oggi in Spagna: lo riportano i media locali, riferendo di diversi interventi degli agenti. La situazione più surriscaldata è stata vissuta Cordova (Andalusia), dove la polizia ha effettuato delle cariche per disperdere manifestanti che hanno provato a bloccare alcune strade cittadine senza autorizzazione. Nei contatti con gli agenti, riporta il Diario Córdoba, ci sono stati “spintoni e colpi”, e alcune persone sono risultate lievemente ferite.
Un altro episodio di tensione ha avuto luogo a Unquera (Cantabria), dove la Guardia Civil è intervenuta per contenere tentativi di blocco del traffico su un’autostrada. A Reinosa, nella stessa regione, c’è stato “un piccolo scontro” quando gli agenti hanno cercato di identificare alcuni partecipanti a una protesta, riferisce Rtve. “Esprimiamo il nostro massimo rispetto per i manifestanti”, ha detto intanto la portavoce del governo centrale Pilar Alegría, “e ci auguriamo che nelle proteste di questi giorni non ci siano scontri o atti violenti, che sarebbero controproducenti per tutti”.
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